PRESENTAZIONE
DI LUIGI ARISTA
Sono nato a Roma, da famiglia romana, nel 1949.
Il mio curriculum di studi e attività si è sviluppato
perennemente su due binari paralleli di pari importanza, uno umanistico
e l'altro tecnologico.
Comincio dal versante tecnologico. Dopo due anni universitari in Ingegneria
Elettronica, optai per l'offerta di assunzione nella compagnia italiana
del Gruppo multinazionale Ericsson e gli studi privati finanziati dall'azienda.
Ho così conseguito Attestati di Alta Specializzazione in diverse
branche delle Telecomunicazioni, frequentando i corsi nei migliori enti
e strutture di formazione italiani ed europei nell'ambito della progettazione
di apparati e reti telefoniche, informatiche e multimediali, quali furono
all'epoca la Scuola Superiore Reiss Romoli di L'Aquila, il Centro di
Formazione Digital Italia di Milano, la High School McGraw-Hill sede
di Londra, il Centro di Formazione Ericsson di Roma e il Training Center
LM Ericsson di Stoccolma. In virtù di tali studi e per meriti
professionali ho perciò ottenuto la Qualifica privata di Ingegnere
di Sistema, valida per l'individuazione delle competenze nelle imprese
e nel mercato di settore. Ho quindi prestato la mia opera di Analista
sistemista e Leader di progetto presso la Direzione Ericsson Italia,
a Roma, e di consulente della Casa madre del Gruppo, a Stoccolma, e
delle sue consociate a Bruxelles, Madrid, Lisbona e Malta. Quale esperto
di Networking geografico sono stato inoltre convegnista del Gruppo Ericsson
in molte altre città d'Europa e a Orlando negli USA.
Sul versante umanistico, ragione propria di questa presentazione, nel
periodo giovanile si erano svolte nel frattempo esperienze di associazionismo
per fini culturali e di animazione creativa di comunità e di
centri urbani intorno a interessi socio-pedagogici, e ancora iniziative
dedicate più specificamente alle espressioni letterarie e teatrali.
Circa gli studi, nel privato ho riservato un'applicazione particolare
all'approfondimento delle teorie della letteratura e dei metodi della
critica, dall'età classica allo strutturalismo alle ultime tesi
del Novecento, estendendo opportunamente lo sguardo alla linguistica
e alla semiotica generale. In età matura mi sono laureato con
lode in Lettere classiche e moderne discutendo una tesi su Dante e le
ragioni dei ritorni a capo in poesia, tema quest'ultimo che mi ha spesso
trattenuto in contese sul modo corretto di leggere versi, mentalmente
e declamando, e che infine ho trattato ampliando estesamente e rielaborando
a saggio la mia originaria tesi di laurea.
Secondo le valutazioni di amici buoni lettori, la mia produzione letteraria
poteva essere presa in considerazione a cominciare da qualche componimento
in versi del periodo 1967-69. Poi gli anni '70 furono fervidi soprattutto
di poesia, mentre un concomitante interesse per la drammaturgia ebbe
nei risultati alcuni testi teatrali. Gli anni '80 videro una rarefazione
della scrittura poetica e il cimento nella prosa, con un romanzo che
nonostante la misura breve mi impegnò, a più riprese,
per molto tempo nel lavorio stilistico. Dal finire degli '80 e durante
i '90 tornai di nuovo consistentemente alla poesia, fra intermezzi di
prosa in racconti e favole. A tutte le mie opere ho dato pubblicazione
con ingente ritardo rispetto alle date di composizione.
Poco prima del 2000 mi sono affacciato all'esercizio pratico del piano
teorico e critico, di nuovo muovendomi fra le opportunità dell'associazionismo
e stavolta con la diffusione pubblica permessa dalla rete internet.
Ne sorsero per qualche anno le prime pagine web di articoli teorici
e di consulenze ad aspiranti scrittori. Altre attività di letteratura
dal vivo e critico-teoriche si concretizzano da allora nella realizzazione
di eventi di declamazione e commento di poeti, conferenze storico-letterarie,
seminari di teoria e criteri della lettura, che si svolgono con la promozione
di Enti pubblici locali o di organismi privati. Inoltre, dopo una pausa
di riflessione, l'attività sul web è ripresa nel 2015
come dico avanti al relativo punto.
Pubblicazioni in libro
- Poesie scelte 1967-1988, Ellemme (Lucarini), Roma 1991, selezione
da raccolte di versi;
- Via Lurida, Mauro Pagliai (Polistampa), Firenze 2009, romanzo;
- Scritture Teatrali, in autopubblicazione pod, Lulu.com 2011,
tre opere teatrali e tre testi per voci;
- Fugge l'origine, Sovera (Armando), Roma 2013, raccolta integrale
delle poesie dal 1967 al 2006;
- Il "versus" nel Canto V dell'Inferno, con youcanprint.it
per Borè, Lecce 2015, saggio sul ritorno a capo in poesia con
un inerente studio critico su Dante.
Pubblicazioni Web
- Attualmente scrivo sulla rivista letteraria on-line di nome Emèresi
(ISSN 2499-5673), della quale sono Titolare e responsabile. Lì
pubblico e recensisco opere di autori nuovi e sconosciuti, articoli
vari e saggi critici miei e dei collaboratori, e lì probabilmente
ri-pubblicherò articoli del passato, eventualmente rivisitati,
che ritengo ancora validi. Al di fuori di quanto si trova nella predetta
rivista considero obsoleto ogni mio altro articolo o saggio o commento
reperibile in rete che non compaia nel sottostante elenco.
- Sull'idea
di provincia letteraria, Nuova Provincia, luglio 2015, contributo
allo spirito della rivista Nuova Provincia
Alcune opinioni da lettere e recensioni
Giorgio Bàrberi Squarotti
Su Poesie scelte 1967-1988: «È un discorso pieno
di slancio inventivo, sorretto da un sapientissimo linguaggio e da un
ritmo vivace e fascinoso. Né manca lo scatto, a tratti, di una
bizzarria che insaporisce ancor più la Sua poesia. Mi congratulo
con Lei per tanto originali risultati.»
Paolo Procaccioli
Su Poesie scelte 1967-1988: «I miei rallegramenti per il
libro e soprattutto per la cifra poetica che (mi) rivela. L'ho letto
con piacere e sorpresa crescenti. [
] Ho trovato una pagina sempre
più tesa che di brano in brano ha saputo svincolarsi dal fascino
del singolo termine e dell'immagine ad effetto per conquistare la complessa
(e libera, e appagante) pienezza del ritmo.»
Andrea Matucci
Su Via Lurida: «Mi è piaciuto molto, soprattutto
per la sua eterogeneità, nel senso che è un racconto a
più livelli e tonalità, pluridiscorsivo [
] Domenico,
straordinario personaggio [
] per la potenza simbolica di quel
girovagare sempre più in basso e di quegli incontri. Ed è
una eterogeneità che mi è apparsa pregio, e non difetto,
sia perché qualsiasi riferimento al "mondo" tu voglia
fare, il "mondo" è eterogeneo e come tale va rappresentato;
sia soprattutto perché l'eterogeneità, la pluritonalità
è la cifra anche stilistica di tutto il testo, in cui si passa
disinvoltamente dalle più alte raffinatezze del tuo riconoscibilissimo
poetare, ai più bassi, corporali e crudi particolari della realtà.»
Su 'Mattia Pacesanta' in Scritture Teatrali: «Mi
è piaciuto molto il tuo Pacesanta [
] Lo ritengo, come opera
teatrale, irrappresentabile, per difficoltà di immediata comprensione:
come tutti i tuoi testi va letto, riletto e straletto per essere gustato,
impossibile a mio parere rappresentarlo [
] Ma come struttura dialogica,
ragionativa, di sviluppo di pensieri alternati funziona benissimo. E
tu, Luigi, di questo mi sono convinto, tu sei sempre un poeta, qualsiasi
cosa tu scriva, [
] nel senso che sei attratto, sempre, dalla scrittura
poetica, in versi, nella quale poi - e per di più - finisci per
concentrare il centro, il fuoco della tua ispirazione, per dirla banale
banale le cose più importanti che hai in mente.»
Luigi Oliveto
Su Via Lurida: «Una bella storia, ben costruita e sorretta
da una scrittura (salvo qualche cedimento) sorvegliata, efficace, coinvolgente.
A mio avviso comincia (alludo al I capitolo) in modo un po' pretensioso
[
] però subito dopo trova il registro giusto e una lingua
"esatta", spesso magistrale. Più procede il racconto
(lo scavo introspettivo, la raffigurazione allegorica) e maggiormente
via Lurida non risulta affatto tale; anzi, è luogo in cui i sentimenti
si rivelano all'insegna di un primordiale nitore [
] Davvero notevole
è l'invenzione (la descrizione, i caratteri psicologici che vi
confluiscono) di Domenico, ridicolo, purulento, antiestetico relitto
umano, cui sono affidati la severità del giudizio e lo sguardo
tenero, perdonante sull'umano esistere, le dissonanze della realtà
e la sublimità del sogno [
] Quanto poi agli inserti lirici
[
] come il contrappunto che interviene allorquando "il dicibile"
debba spostarsi su note acute, debba farsi cantabile, evocante, "liturgico".»
Su Fugge l'origine: «Seguire il percorso che si sviluppa
attraverso le pagine di "Fugge l'origine", può risultare
anche un'utile guida all'universalità della poesia, ai suoi linguaggi
e alla sua grammatica. Luigi Arista mostra di conoscere molto bene l'uso
della parola poetica: la controlla (salvo qualche inevitabile esuberanza
rintracciabile nei testi giovanili), la scarnifica, la rende 'esatta'
rispetto a ciò che intende esprimere o velare.»
Matteo Veronesi
Su Via Lurida: «Nel suo "Via Lurida", esito di
un lunghissimo lavorio di elaborazione stilistica, Luigi Arista [...]
rivisita e rinnova il genere del prosìmetron, della mescolanza,
o meglio dell'alternanza, di prosa e versi: e una mirabile coesione
tematica e stilistica attraversa e rende uniti entrambi gli elementi.
[...] Il contatto con l'assoluto può essere compimento o smarrimento,
sublimazione ma anche dissolvimento. In questa volutamente irrisolta
ambivalenza risiede forse il messaggio ultimo di questa pregevole, delicata
e cesellatissima opera.»
(Aggiornamenti: 1: 10/2009 - 2: 01/2012 - 3: 11/2013 - 4: 08/2015 -
5: 02/2017)
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