di Rosangela Palmas
Dal variegatissimo panorama del fare poesia oggi, esempi
di lirica di una un'autrice presente nell'ormai folto repertorio
delle pubblicazioni online. Rosangela Palmas aveva esordito
in età già matura attraverso l'editoria tradizionale
(bianche le spiagge bianche le distanze, Poggibonsi,
2009, Lalli), con una silloge di pochi testi e di un periodo
di tempo limitato. Ne Il senso del ritorno (del 2015)
ha raccolto quelli che giudica i versi migliori dell'intera
sua produzione, di cui compaiono anche le date di composizione.
Dalla sezione 'Poesie giovanili'
gioia
La mia veste di donna
s'è sdrucita d'incanto
quando il colore del sole
s'è macchiato di sogno.
Ho rincorso il coraggio
trattenendolo a un angolo
ma già la gioia sapeva
dove potermi afferrare.
(1980)
orma
Rubo il tuo potere
e lo violento a me:
ti prendo come di notte la nebbia alle sponde
come d'inverno la pioggia alle radici;
ti prendo come pania per gli uccelli
come burrasca per le vele;
ti prendo come mi prendi
e lascio solo l'orma nel letto
dove poso il mio corpo.
(1987)
Dalla sezione 'Poesie della maturità'
un viaggio ancora
Mi fai paura perché lo so che sei tu
l'ombra di un viaggio ancora.
La primavera delle notti insulse
delle carezze appese.
L'aria di maggio che mi entra dentro
ed è burrasca, invaso,
polvere di sole sulla pelle tesa
palpito, come di palpito è ogni cosa.
(2002)
ti ho trovato
Ti ho trovato una notte di settembre
piccolo come invisibile
il coraggio tra la folla.
Altero in quello sguardo d'infinito
prossimo alla mia polvere più vera.
La campagna mi portava, uno stormire
di fronde, esauste al cammino della sera.
Mi posai e t'abbracciai.
Eri terribile. A me che ora ti conosco.
(2008)
funerali di stato
Ancora posso
ma la voce è spenta,
il grido muore sulla porta.
Si ferma l'eco nella grande chiesa.
I vecchi hanno sorrisi oltre
il pianto non ha memoria.
Una donna reclina il capo
cerca lacrime per domani.
Un bimbo piange all'ignoranza.
Tu che conosci, hai sollevato la domanda.
(2009)
il senso del ritorno
Li scorgi nelle notti
e nei sorrisi domati all'impazienza
giacere intorno, come sui tratturi
le vespe a nugoli al tramonto.
Sono feroci, azzannano
dove è poco linguaggio, poca vita
tesi in agguato, aspettando
come si aspetta la ronda di sera.
Lasceremo loro i nostri ciechi,
i nostri sordi.
Noi ce ne andremo scalzi,
per ritrovare un senso nel ritorno.
(2011)
in viaggio
Allitterazione
di umane sembianze
siamo, uguali a un prototipo
d'artista. Cieco
ha confuso cielo e terra
perché ci ritrovassimo
nello spazio di un attimo
figli della stessa memoria.
Essere è già provocazione.
Stelle azzurrano il mattino.
Un nuovo giorno eguaglierà la sera.
Al verso immacolato della terra
s'immolano radici di speranza.
(2014)
Il volume è dotato di ISBN ed è quindi reperibile
in libreria e nei book-store del web.
(gennaio 2016)
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