di Matteo Veronesi
Si tratta di enunciazioni complesse per applicazioni
molto specialistiche di semiotica. In particolare la 'semiotica
topologica' si occupa della rappresentazione spaziale di
'aspetti' di un 'testo' per fini che in tal modo ritiene
di poter soddisfare riguardo quel testo o comparando testi.
Ovviamente qualunque testo deve avere per l'uomo lo scopo
di 'significare' qualcosa (altrimenti non è testo
in senso semiotico), e perciò possiede 'segni' espressivi
riconoscibili di un 'codice' condiviso. Nel caso dei Postulati
di Matteo Veronesi, il testo è letterario, quindi
i suoi segni appartengono alla lingua verbale, la quale
presenta aspetti semantici e fonologici, oltre quelli grammaticali,
e nel caso della poesia l'aspetto metrico. Siamo con evidenza
in un ambito di alta astrazione teorica della scienza dei
linguaggi. Matteo Veronesi ha iniziato a interessarsi degli
spazi semantici per questioni di attribuzione, soprattutto
legate al Diario postumo di Montale, poi è
passato allo studio della semiotica topologica pensando
di poterla utilizzare, appunto, a scopi attributivi. Ed
è agli studiosi e ai cultori che egli destina questo
contributo, definendolo personalmente "solo ipotesi
ancora da verificare".
Postulati per una Topologia del testo letterario come
Spazio semantico
I
Dati un testo letterario, o una porzione di testo letterario
di ragionevole ampiezza e in sé semanticamente compiuta,
la temporalità di ciascuno dei vettori semantici
(intesi come sequenze di parole pertinenti al medesimo campo
semantico, o a campi semantici limitrofi o metaforicamente
o metonimicamente interconnessi) che lo attraversano sarà
determinata dalla media dei valori numerici attribuiti a
ciascuna parola sottraendo dal numero di accenti metrico-ritmici
principali e secondari e di pause metrico-ritmiche o logico-sintattiche
(interpunzione, cesura, fine verso) che (all'interno della
porzione di testo prescelta) la precede quello di accenti
metrico-ritmici principali e secondari e di pause metrico-ritmiche
o logico-sintattiche (interpunzione, cesura, fine verso)
che la segue. Qualora debba essere comparata la temporalità
dei vettori semantici in due testi diversi, ciò avverrà
previo adeguamento scalare.
II
Lo spazio semantico definito da un dato testo letterario,
o da una data porzione significativa di un testo letterario,
avrà tante dimensioni quanti sono i campi semantici
richiamati dai raggruppamenti di parole che in esso si incontrano,
ovvero dagli assi semantici in relazione a cui si definiscono
i vettori semantici che lo attraversano.
III
Dati un testo letterario, o una porzione di testo letterario
significativamente ampia, assimilati ad un sistema quantistico,
ogni parola giacente su di un vettore semantico, assimilata
ad un quantum di significato, potrà assumere, simultaneamente
ed indeterministicamente, quattro diversi valori, dati:
dalla differenza fra il numero di accenti metrici o prosodici,
pause sintattiche, cesure o fini di verso che la precede
e quello di analoghi elementi che la segue all'interno del
verso (o, nella prosa, dell'unità sintattico-prosodica
in cui essa è inserita); dalla differenza fra il
numero di analoghi elementi che la segue e quello di analoghi
elementi che la precede all'interno del verso (o, nella
prosa, dell'unità sintattico-prosodica in cui essa
è inserita); dalla differenza fra il numero di analoghi
elementi che la precede e quello di analoghi elementi che
la segue all'interno del testo o porzione di testo in questione;
dalla differenza fra il numero di analoghi elementi che
la segue e quello di analoghi elementi che la precede all'interno
del testo o porzione di testo in questione.
IV
Com'è evidente, la somma dei valori posizionali
assegnati a ciascuna parola nello spazio del testo letterario
secondo il primo e il terzo di questi postulati sarà
sempre pari a zero. Nello spazio-tempo del testo, la parola
si annulla. Eppure non può vivere che in quello spazio-tempo.
La parola non esiste che per azzerarsi in una assoluta e
partecipata solitudine. La parola è sempre abbandonata
nel vuoto del bianco. Il testo è una rete che trema
eternamente su quel vuoto.
V
Ciò non toglie che si potranno attribuire, ai vettori
semantici, valori quantitativi corrispondenti a sequenze
numeriche costituite dai valori positivi o da quelli negativi
attribuibili (in relazione alla totalità dello spazio
testuale considerato) alle parole che giacciono su ciascuno
di essi. I rapporti fra le sequenze numeriche rispecchianti
i diversi vettori semantici descriveranno e attraverseranno
le aree semantiche del testo.
VI
Si potrà introdurre il principio della covarianza
fonosemantica. Si potrà cioè osservare come
all'infittirsi di parole pertinenti ad un dato campo semantico
tenda a corrispondere una analoga accresciuta frequenza
di dati fonemi. La covarianza o convergenza fonosemantica
potrà concorrere a costituire e ad individuare una
sorta di impronta d'autore utile anche a dirimere questioni
di attribuzione. L'indice di correlazione di Pearson potrà
essere significativo a tale fine.
VII
Alla covarianza fonosemantica è legata inoltre la
teoria dell'Rna poetico. Trattando gli anagrammi, gli pseudoanagrammi
e le ricorrenze foniche che attraversano il testo letterario,
e quello poetico in modo particolare, e che tracciano una
trama di permutazioni, sostituzioni, eliminazioni, inserzioni
di lettere o sillabe, potranno essere individuate strutture
dissipative, tra varianza ed invarianza, in cui risiede
una componente cospicua, sebbene in parte inconscia, del
messaggio poetico.
Muovendo dall'analogia fra lettere e nucleotidi, sembra
ragionevole considerare significativa la sovrapponibilità
di due sequenze fonosemantiche qualora essa renda necessarie
non più di tre fra sostituzioni, permutazioni, inserzioni,
cancellazioni.
VIII
A questa visione d'insieme potrà essere proficuamente
applicata l'illuminante "perpendicolarità linguistica"
teorizzata (Napoli 2007) da Graziella Tonfoni. Il vettore
semantico potrà giacere sull'asse semantico che forma
un angolo con l'asse sintattico (giacché è
precisamente attraverso una rete di nessi sintattici - si
può anche pensare, oggi, alle reti neurali e al semantic
web - che le parole affini e contigue si congiungono
a formare una campo semantico); quest'ultimo asse si sdoppierà,
sempre secondo le indicazioni della linguista citata, in
struttura superficiale e struttura profonda (o, forse, in
una molteplicità inesauribile di sfumature e di livelli).
Tale asse orizzontale, sintattico-semantico, formerà,
per via emblematica e simbolica, una perpendicolarità
con l'asse pragmatico; il quale, in quanto "allargamento
o meglio specificazione del piano semantico", evocherà
"una serie di "mondi possibili" plausibili,
ma inadeguati, di per sé, a fornire rappresentazioni
lessicali che vadano oltre il proprio dominio".
IX
Ma, giunti a questo grado di complessità, l'approccio
quantitativo, meramente computazionale, dovrà essere
integrato e superato da uno sguardo qualitativo, da cui
il discorso letterario, al pari di qualsiasi discorso metacognitivo,
non può prescindere.
Tornerà utile, allora, la "semantica topologica"
teorizzata da René Thom, Fernando-M. Pérez
Herranz e Antonio J. López Cruces: e, allora, i vettori
semantici, definiti e collocati nello spazio poetico per
via quantitativa, si curveranno qualitativamente a seconda
del loro contenuto, giacenti nello "sviluppo zero"
della pura materia nominata o evocata (oro, acqua; essere,
persistere, possedere) o sottoposti a catastrofi a piega
(nascita e morte, frontiera e limite, principio e fine,
apparizione-sparizione), a cuspide (freccia del tempo, guerra-pace,
sonno-veglia, unione-separazione, Soggetto che sopravvive
alla catastrofe), a coda di rondine (morfologia del suicidio,
fenditura, taglio, solco, imminenza inesorabile), a farfalla
(dono, transizione graduale, mediazione, cielo che si oscura),
a ombelico ellittico (tensione, perforazione, stadio metastabile,
viaggio o messaggio per via di mediazione), a ombelico iperbolico
(vetta, arco, collasso, complesso metastabile che si scinde
all'appressarsi del Soggetto che s'impossessa dell'Oggetto),
ad ombelico parabolico (scissione, perforazione, taglio,
spossessamento).
X
Com'è ovvio, tutto ciò che precede non andrà
inteso in senso rigidamente, strutturalisticamente o neopositivisticamente,
deterministico.
Matteo Veronesi
(dicembre 2015, pubblicato a gennaio 2016)
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