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Critica

Rivisitazioni contemporanee di Arturo Onofri

 

Il saggio cerca di ricomporre un minimo quadro critico dell'opera e delle teorie poetiche di Arturo Onofri basato su valutazioni letterarie. Si tratta di una replica alle numerose, e secondo l'autore spesso dilettantesche, rivisitazioni contemporanee del poeta, troppo attente ai caratteri della sua spiritualità e assai meno ai risultati scritti.


di Luigi Arista

 

Già da qualche tempo, vent'anni o forse più, si è manifestato un ritorno di interesse per la figura e l'opera di Arturo Onofri. Il motivo di tale interesse però non sembra di natura squisitamente letteraria, quanto piuttosto collegato alla spiritualità, e in particolare alla forma di esoterismo spirituale dello scrittore, la quale fu matrice della sua ultima ma intensa produttività poetica e teorica. Questo evidentemente dipende dalla reviviscenza che, appunto circa vent'anni fa, ebbero in Italia le dottrine e le pratiche esoteriche, orientali e occidentali, a loro volta eredi dei movimenti teosofici e rosacrociani europei e delle correnti di pensiero statunitensi dette 'new age'. Consultando il web, principale osservatorio culturale e antropologico di oggi, si trovano cose sbalorditive, per esempio: «Arturo Onofri - ovvero quando la poesia metafisica parla al di là del tempo, ma la ricezione critica l'ha solo intesa secondo la sua epoca, per parafrasare una celebre frase di Taulero su Maestro Eckhart: "Egli era venuto a parlare dal punto di vista dell'eternità e voi l'avete inteso secondo il tempo"». Si tratta di un 'occhiello' di una biografia-commento che inquadra il poeta alla stregua di un profeta biblico e marchia la critica come il prodotto intellettuale del demone materialista (articolo del 5/10/2017 di Stefano Eugenio Bona, nel blog Il Circuito del Pellegrino). Giunti a tanto, per amore delle Lettere e del libero pensiero forse sarebbe utile rivisitare almeno in breve la parabola letteraria e teorica di Onofri, considerandone i due aspetti, delle motivazioni estetico-spiritualistiche e dei risultati scritti effettivi, senza propensioni a valorizzare o svalutare il loro intreccio secondo consensi o dissensi ideologici, cioè mantenendo la necessaria pulizia del gusto e il distacco analitico.

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(Pubblicato a febbraio 2018)

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